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Sede reale d’una volta
Sede reale d’una volta
Un'altra città che ebbe un ruolo fondamentale nella storia ungherese oltre Székesfehérvár e Buda, è Esztergom, situata sulla porta ponente dell’ansa del Danubio. La fortezza sulla collina, residenza dei re della dinastia Arpadiana, ancora oggi è il centro della chiesa cattolica ungherese.
Fu il principe Géza nel X secolo a scegliere la fortezza quale sua residenza, riconoscendo l’importanza attribuita al territorio dal suo mercato, apprezzato anche dai commercianti arabi diretti a Praga o a Regensburg. Qui nacque Vajk – poi Santo Stefano-, che da qui partì contro Koppány, e qui fu anche incoronato da primo re ungherese il 1 gennaio 1001. La città divenne vera capitale con la morte del Principe Géza. Nel palazzo ricostruito visse il giovane Stefano. L’entrata riccamente ornata, le colonne dipinte, i rosoni e la cappella sono stati conservati fino ai tempi nostri.
La devastazione tartara non risparmiò neanche Esztergom e nell’inverno del 1242 la città fu distrutta dagli invasori dell’est. Trecento anni più tardi, nel 1543 fu espugnata dal sultano turco Solimano. Purtroppo, nelle battaglie per la riconquista, la maggior parte degli edifici medievali fu distrutta.
Sono numerosi i personaggi della cultura ungherese legati alla città: l’arcivescovo János Vitéz, cancelliere umanista del re Mattia Corvino, Bálint Balassi, che fu ferito a morte sotto le mura della fortezza, ma anche il grande scrittore Mihály Babits, che verso il tramonto della sua vita trascorse un breve periodo in città. Questa città non è solo ricca di reperti antichi, ma con i suoi enti culturali è anche un importante centro intellettuale.
Nell’XI secolo sulla Collina del Borgo (Várhegy) furono costruiti la cattedrale arcivescovile in onore a San Adalberto, educatore del re I Stefano, il palazzo e l’edificio del canonico. Della cattedrale medievale oggi rimane solamente la cappella Bakócz, la quale fu costruita sul lato sud della basilica ottocentesca. Il marmo rosso ungherese usato per la costruzione dell’edificio fu scelto per sottolineare la nobiltà del cardinale.
La basilica neoclassica, alta 100 metri, lunga 118 e larga 49, fu la chiesa più grande del paese. Il dipinto dell’altare, L’ascensione di Maria di Grigoletti, è il quadro più grande del mondo dipinto su un’unica tela.
Nei locali ai piani superiori della basilica, nella famosa Camera del Tesoro possiamo visitare degli oggetti d’arte d’inestimabile valore, come per esempio la croce d’argento dell’incoronazione, il calice di Benedek Suky, il calvario di re Mattia Corvino ed il paramento sacro di Báthory.
Il palazzo è una delle più antiche fortezze in pietra del paese. Fu il principe Géza dare iniziò alle sue costruzioni sulla Collina del Borgo (Várhegy). Nel 972 scelse il villaggio situato in una posizione strategica, sulla più importante via di collegamento fluviale con l’occidente, come sua residenza. Il palazzo, luogo di nascita del re Santo Stefano, fu da lui ampliato in seguito. Nel 1001 fu redatto l’atto di fondazione dell’arcivescovato di Esztergom e qui furono coniate anche le prime monete del regno ungherese.
Nel XIII secolo, la città fu devastata dai tartari, ma la fortezza non fu mai conquista. Il re IV Béla decise allora di trasferire la popolazione all’interno, ma la gente non voleva vivere insieme ai preti e nelle vicinanze del cimitero, così nel 1256 ritornarono nella città sulla riva del Danubio. La fortezza ebbe la sua epoca d'oro nel 1396, quando l’istruito arcivescovo János Vitéz, promotore della cultura nonché educatore di re Mattia Corvino lo trasformò in un palazzo rinascimentale.
Dopo la sconfitta di Mohács del 1526, quando il sistema delle fortezze di frontiera ungherese venne annientato, l’esercito del sultano Solimano raggiunse anche Esztergom. Nella primavera del 1594 l’esercito reale diede inizio ad un precipitoso contrattacco, così l’offensiva fu respinta e nella battaglia insieme a centinaia di soldati ungheresi, perse la vita anche Bálint Balassi, uno degli esponenti più importanti della letteratura ungherese.
Secondo la tradizione popolare, l’ultimo pascià di Esztergom, l’ultimo reggente turco alla guida della città, sentendo avvicinarsi il pericolo, nascose i suoi tesori all’interno di un somaro di pietra, raccontando al popolo, che il somaro era l’animale sacro dei turchi. Alla resa dei turchi il pascià ebbe una sola richiesta: voleva portare con sé la statua sacra. Più tardi, mentre navigavano sicuri sul Danubio, rompendo il somaro con un martello riuscirono a recuperare l’immenso tesoro in monete d’oro.
Nel museo allestito nella fortezza si può visitare anche la camera da letto più antica del paese dove visse Beatrice, la vedova di re Mattia Corvino dopo 1490, lo studio di János Vitéz e la cappella gotica della fortezza.
Il ponte lasciato volutamente distrutto a lungo è stato ricostruito solo nel 2001. Oggi rappresenta il collegamento diretto con la Repubblica Slovacca, assicurando il passaggio agli ungheresi rimasti oltre confine. Dopo il Trattato di Trianon del 1920, quando fu decisa la separazione dell’Alta Ungheria, per lungo tempo l’unica possibilità di comunicazione per le famiglie divise fu quella di scendere sulla riva del Danubio e gridare nella direzione della riva opposta approfittando della capacità conduzione della voce dell’acqua.
Piccola città, cittadina
Europa (Continente) > Ungheria (Paese) > Budapest e i suoi dintorni (Zona turistiche) > Komárom-Esztergom megye (county) (Contea, province) > Ansa del Danubio (Dunakanyar) (Regione geograficha)
Coordinate GPS: Latitudine 47°47'35", Longitudine 18°44'30" (N47 47.58 - E18 44.5)
Destinazioni, località in la guida turistica:
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Budapest e i suoi dintorni (15 989 foto + 52 fotografie panoramiche)
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(entro qui: Komárom-Esztergom megye e Ansa del Danubio)
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Tutte le foto normali a:
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